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Filippo Macchi: “Sono soddisfatto ma che giramento di scatole”

Intervistiamo lo schermidore Filippo Macchi, doppio argento sia a Torino nel singolo che a Il Cairo, nella prova a squadre.

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DI FABRIZIO RESTA

Giorni di gloria per Filippo Macchi, a medaglia sia al Grand Prix “Trofeo Inalpi 2023” che alla prima prova di Coppa del Mondo a Il Cairo. Argento a Torino e secondo posto e argento per la prova a squadre al Cairo

Ciao Filippo. Dopo la semifinale mancata di un soffio al CIP Mazars di Parigi, ti sei rifatto ampiamente.

Si sicuramente c’è stato uno step in più a Torino. A Parigi purtroppo…nonostante avessi tirato molto bene tutta la giornata, non sono riuscito a chiudere nel momento in cui dovevo chiudere contro Massialas, l’assalto per accedere alla semifinale, però sono arrivato a Torino con la consapevolezza che la scherma espressa a Parigi fosse la scherma del mio livello, con la consapevolezza di poter competere a quei livelli, infatti è arrivato un risultato senz’altro molto soddisfacente di quanto non fosse stata la buona prestazione di Parigi, anche perché era la mia prima finale..la mia prima volta che entravo nei primi otto e quindi ero contento. A Torino mi è dispiaciuto non chiudere in bellezza, perché ormai c’ero vicino…però purtroppo nel nostro sport andarci vicino non conta (ride) e quindi sicuramente proverò a lavorare ancora per migliorare qualche particolare.

Prestazioni impreziosite anche dal fatto che ti stavi riprendendo da un infortunio

Si io purtroppo soffro abbastanza di mal di schiena, è successo già…purtroppo è già la seconda volta che mi succede nel giro di una stagione e mezza perché l’anno scorso, prima della gara di coppa del mondo di Belgrado, mi bloccai di schiena e non mi muovevo. L’unico modo è stato farmi delle punture. Quest’anno è successa la stessa cosa, una settimana e mezza prima di Torino… ero in ritiro…mi sono bloccato di schiena. Con lo staff della Nazionale abbiamo deciso di non farmi le punture perché non le avevo rette benissimo la volta scorsa…quindi abbiamo optato per un altro tipo di terapia, che devo dire ha dato i risultati sperati….sono molto contento perché da una settimana e mezza prima della gara alla gara non mi sono allenato tanto…io sono un gran lavoratore, sono abituato ad allenarmi tanto e quindi era una cosa che mi aveva un po’ preoccupato, però sono contento della reazione che ho avuto, perché sono andato in gara spensierato, tranquillo, sereno, consapevole dei miei mezzi e infatti poi si è visto.

Al Cairo, nella finale a squadre è finita 45-43. Giappone troppo forte oppure c’è qualche rimpianto?

Mah guarda, al Cairo si abbiamo perso 45-43 contro il Giappone ma abbiamo tirato veramente tutti bene , tutta la gara, tutto il giorno. Per me era la prima esperienza in una gara a squadre ed è stato veramente fantastico gareggiare con i miei compagni, che oltre ad essere miei compagni, sono miei amici. Abbiamo tirato veramente bene e il Giappone in quel momento è stato più bravo di noi ma non penso proprio che abbiamo perso perché il Giappone era troppo forte. Penso che la qualità che abbiamo espresso sia davvero di alto livello e di pari forza come noi ce ne sono davvero pochi e forse nessuno.

Per gli azzurri del fioretto si tratta del quarto podio stagionale su altrettante gare, dopo l’argento di Bonn, il bronzo di Tokyo e l’oro di Parigi. E’ stata una buona Italia a cui ci è mancato solo l’oro. Cosa ci è mancato per arrivarci?

Mah io ti ho detto è la prima volta che sono in squadra, che ho partecipato alla gara a squadre, quindi non so come siano andate le altre però facendo un’analisi molto superficiale, guardando solo i risultati i miei compagni l’anno scorso hanno vinto quasi tutte le gare del circuito tranne una, più hanno vinto Europei e Mondiali, quindi c’è poco da recriminare se quest’anno in un paio di occasioni non sono arrivati al gradino più alto. Il problema è che ci hanno abituati a standard troppo alti quindi forse anche quando…nelle occasioni in cui sono arrivati secondi o terzi non abbiamo saputo valorizzare bene la qualità, perché sicuramente è altissima. Io ti posso parlare dell’esperienza che ho avuto io e che abbiamo fatto una grandissima gara, abbiamo tirato molto bene ti ripeto. In semifinale con la Francia abbiamo fatto un ottimo assalto. Peccato con il Giappone perché , nonostante abbiamo avuto un calo nel corso del match, eravamo tornati su bene..però va beh…succede…e i miei compagni sono stati fortissimi. Non penso che il Giappone abbia vinto perché era troppo forte, ne sono fermamente convinto.

A Torino hai ottenuto il primo podio in Coppa del Mondo. Soddisfazione o rimpianti?

Si a Torino è stato il primo podio in coppa del mondo, sono soddisfatto di me stesso, non ho rimpianti però devo ammettere che in quel momento mi sono girate tante le scatole. Essere ad una sola stoccata e basta dal vincere una prova della coppa del mondo non è da tutti e soprattutto davanti al tuo pubblico penso non ci sia cosa migliore…però va beh questo è il nostro sport e lo amo anche per questo, ne sono appassionato anche per questo motivo. Sicuramente ci saranno altre occasioni.

In finale eri sull’14-11 ad una sola stoccata dal successo. Cosa è successo?

Beh guarda sicuramente ho peccato di inesperienza purtroppo. Era come ti ho detto prima la prima volta. Il mio avversario è stato molto bravo , perché è un campione e lui è abituato a stare su questi grandi palcoscenici. Io purtroppo non lo ero ma sicuramente mi ha aiutato a fare esperienza per quando ricapiterà, avrò già, sulla scorta di quanto è capitato, avrò già più esperienza rispetto alla prima ovviamente. Purtroppo non sono stato in grado di essere cinico sul 14-11. Peccato perché…non è la prima volta che succede ma con il mio staff, con il mio maestro, il mio preparatore e con lo staff della Nazionale sicuramente lavoreremo su questo e risolveremo anche questo piccolo problema

Per arrivare in finale hai battuto il ceco bronzo olimpico Alexander Choupenitch (15-11) in semifinale, lo statunitense campione del mondo Miles Chamley-Watson (15-7) agli ottavi e ​​il compagno di squadra e campione del mondo Alessio Foconi (15-9) ai quarti. Qual è stato l’avversario più ostico?

Beh io non penso che ci sia un avversario più ostico o uno meno. A certi livelli gli avversari sono tutti fortissimi e quindi ogni assalto è difficilissimo che si può perdere o vincere perché si gioca alla pari con tutti. Forse l’assalto più difficile è stato quello con Alessio Foconi perché è un compagno di Nazionale, ci alleniamo spesso insieme, quindi magari lui sa come tirare con me come io so come tirare con lui. E’ un’arma un po’ a doppio taglio. Quindi forse l’avversario più ostico è stato lui ma a certi livelli non esistono avversari più o meno ostici. Sono tutti molto forti ed ogni assalto è difficile da portare a casa quindi ogni assalto va sudata senza regalare niente all’avversario.

…Ora le qualifiche olimpiche. Quali saranno gli ostacoli più ostici?

Si inizierò le qualifiche, non ci saranno gare più o meno toste, saranno tutte toste, tutte importanti e saranno tutte difficili ed io mi auguro di fare un percorso in ascesa, di migliorare sempre di più. Mi auguro di divertirmi e sicuramente quello che verrà sarà tutto positivo, Non mi sento di dire che ci saranno gare più o meno difficili. Detto questo colgo l’occasione per ringraziare il mio gruppo sportivo della Polizia di Stato, delle Fiamme Oro, che mi da la possibilità di allenarmi nelle migliori condizioni possibili.

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Informatico, sindacalista, appassionato di politica e sportivo