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Il ricordo di Santino Tuzi, a dieci anni dalla sua morte

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di PIERDOMENICO CORTE RUGGIERO

Il tempo passa, inesorabile. Cambia tante cose. Ma non sempre guarisce le ferite. Come ha scoperto Maria Tuzi. Sono trascorsi dieci anni dalla morte di Santino Tuzi, suo padre. Morto in circostanze non ancora chiarite. 11/04/2008, questa è la data che ha cambiato la vita di Maria e della sua famiglia. La morte di Santino, venne classificata come suicidio per ragioni sentimentali. Una versione che non ha convinto molte persone. Sicuramente non ha mai convinto Maria. Lei conosceva suo padre. Inoltre pochi giorni prima di morire, Santino aveva rilasciato importanti dichiarazioni sulla morte di Serena Mollicone. Uccisa nel 2001. Nel 2016 il caso di Santino Tuzi è stato riaperto. Grazie alla caparbietà di Maria Tuzi e alle indagini difensive affidate alla consulente Dottoressa Sara Cordella, grazie all’impegno della Procura della Repubblica di Cassino e grazie all’attività investigativa dell’Arma. Tra qualche mese si concluderanno le indagini sulla morte di Santino Tuzi e Serena Mollicone. Sarà fatta finalmente giustizia? Lo speriamo tutti. Ora è il momento del ricordo, ricordo che lasciamo alle parole di Maria. Parole uguali all’anno scorso, perché nulla è cambiato. Non è cambiato il dolore, non è cambiato l’amore sopravvissuto alla morte. Non è cambiata quella domanda ancora senza risposta, perché? Non è cambiata la sua volontà di trovare la verità.


“Mio padre era un uomo corretto e sempre disponibile. Dedito al suo lavoro. Un papà e un nonno sempre presente. Da quando non c’ è più è parte di me. Lo sento in ogni cosa che faccio. Ricordo il giorno che ci hanno dato la notizia come fosse oggi. Quel carabiniere che mi guardava mentre mi diceva “ mi dispiace Maria, tuo padre ha avuto un incidente “. Quello che chiamavano incidente, era un suicidio. Al quale io non ho creduto, almeno non credevo al motivo del suicidio. Già, mi dissero che mio padre si era suicidato per motivi passionali. Ma come? Mio padre era diventato da poco nonno. Credo che l’amore che provava nei confronti del mio bimbo superava anche l’amore che provava per noi figli. Il giorno che è nato mio figlio,mio padre si è commosso. Non avevo mai visto mio padre emozionarsi. Vedere le lacrime sul suo viso per la felicità di diventare nonno, mi ha riempito il cuore di gioia. Ricordo la prima volta che ha preso in braccio suo nipote. La prima volta che gli ha cambiato il pannolino. I progetti che già aveva fatto su di lui. Le nostre “liti “perché gli chiedevo di non tenere il bimbo sempre in braccio. Lui mi rispondeva “i bambini non possono piangere “. Dopo ciò come faccio a credere a un suicidio per motivi passionali? Il legame che aveva con mio figlio era molto più forte di qualsiasi “amore per un’altra donna “. Rileggendo i bigliettini lasciati a questa donna, non  riconosco le parole di mio padre. Mio padre non ha mai dimostrato il suo affetto con parole “sdolcinate “, ma sempre con gesti e atteggiamenti affettuosi. Ho ancora i messaggi scritti, a modo suo , quando voleva dirmi “ ti voglio bene “, e noto una grande differenza. Qualcuno dice che i famigliari di un suicida non accettano il suicidio. E cercano scuse per non farlo sembrare un suicidio. Per me non è cosi. Io contesto solo il motivo del suicidio. Non so perché sia accaduto tutto ciò, so solo che il coraggio della verità, spesso si paga a caro prezzo. Ogni giorno cerco di mettere in pratica quello che mi ha insegnato mio padre. Sono convinta che, prima o poi , troverò le risposte che cerco , perché mio padre aveva voglia di vivere.

In ricordo di mio padre saranno celebrate due messe: 11 aprile alle ore 18 presso la Cattedrale di Santa Maria Assunta a Sora; 22 aprile alle ore 10 presso la Chiesa Madonna di Valfrancesca a Sora.”

La foto è stata gentilmente concesse da Maria Tuzi.

 

Informatico, sindacalista, appassionato di politica e sportivo