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Bifest Bari

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di LAURA FANO

Tributo ad Armando Trovajoli

 

 

La nascita ufficiale del cinema risale al 28 dicembre 1895, data in cui in un locale parigino furono proiettati alcuni cortometraggi dei fratelli Lumière, senza dialoghi, rumori né accompagnamento musicale.

Di lì a poco, però, la musica sarebbe diventata parte integrante e indispensabile di questa straordinaria nuova forma di spettacolo. A segnarne ufficialmente l’ingresso della musica nel cinema italiano sarà l’anno 1914 quando fu proiettato per la prima volta il film “Cabiria”, scritto da Giovanni Pastore con la collaborazione di Gabriele D’Annunzio e del musicista Ildebrando Pizzetti che compose una musica originale per questa pellicola.

Bisognerà aspettare la fine degli anni Venti per dotare la pellicola della cosiddetta “colonna sonora” come oggi la conosciamo.

Cinema e musica: due linguaggi diversi solo all’apparenza che s’intrecciano in maniera indissolubile a formare anche le colonne sonore delle nostre vite; un continuo scambio di dare e avere.

Nella storia del cinema, la musica ha avuto di rado il ruolo di semplice cornice: per molti registi, che di essa hanno saputo fare un uso sapiente, la musica ha assunto un ruolo determinante per la strutturazione del linguaggio del film, funzionando da presagio per ciò che stava per accadere, da rinforzo delle emozioni, piuttosto che da contrasto alle immagini, rivelando tutto ciò che il racconto visivo non poteva rendere.

Il rapporto intrinseco e fecondo che lega la musica al cinema è qualcosa di più profondo di un semplice abbinamento tra musica e immagini. Basti pensare alle musiche di Nino Rota per Fellini o di Ennio Morricone per Leone, ma ancora alle musiche di Armando Trovajoli che con le sue melodie ha accompagnato i momenti migliori della nostra cinematografia, realizzando un centinaio di colonne sonore che appartengono alla memoria collettiva, da quella di Riso Amaro, Giovani e belli, ma anche Un giorno in pretura, C’eravamo tanto amati, Profumo di donna,  La Ciociara, Matrimonio all’italiana, fino a Una giornata particolare.

A questo grande Maestro, che ha segnato con la sua opera quasi un secolo, la 9° edizione del BIFEST, Bari International Film Festival (21-28 aprile 2018) ha voluto rendere omaggio, a cinque anni dalla scomparsa.

Un Festival, quello di Bari, per celebrare il grande cinema, le novità, le anteprime internazionali, le retrospettive, l’attualità, ma anche la musica. Un legame fra memoria e futuro che ha restituito al pubblico pezzi di storia del cinema come l’anteprima mondiale di Ultimo tango a Parigi nella versione restaurata e Nuovo cinema Paradiso, anch’esso in versione restaurata, che trent’anni fa ebbe proprio a Bari la sua anteprima mondiale. Ospiti del festival, tra gli altri, Bernardo Bertolucci e lo stesso Giuseppe Tornatore.

E insieme al grande cinema, appunto, un evento speciale: un cine-concerto di 90 minuti in ricordo di Armando Trovajoli nel centenario della nascita, con proiezione di immagini dai suoi film, le sue musiche e le sue canzoni, trascritte e arrangiate in una veste nuova, e affidate all’esecuzione di grandi musicisti, in omaggio alla passione di grande Maestro per il jazz.

Pianista, jazzista tra i più apprezzati in Italia, fortunato autore di commedie musicali frutto della lunga collaborazione con Garinei e Giovannini, accademico di Santa Cecilia, musicista eclettico, direttore d’orchestra e compositore, nella sua lunghissima carriera, aveva suonato con i più grandi jazzisti del mondo: da Duke Ellington a Louis Armstrong, da Miles Davis a Chet Baker, da Stephan Grappelli a Django Reinhardt.

Prolifico e poetico collaborò con alcuni dei più grandi Maestri del cinema italiano come Vittorio De Sica, Marco Vicario, Dino Risi, Luigi Magni ed Ettore Scola, presidente onorario del Bif&st e presidente effettivo fino alla sua scomparsa, del quale ha musicato praticamente l’intera filmografia.

Trovajoli è stato l’anima di Roma dov’era nato il 2 settembre 1917 e dove si spense all’età di 95 anni. A quella Roma dei vicoli, la Roma che Trovajoli ha visto trasformarsi, cambiare aveva dedicato la sua la musica di Ciumachella de’ trastevere composta per Lando Fiorini, e Nun je da’ retta, Roma che Gigi Proietti cantò con il testo di Luigi Magni nel 1973.

Al Festival, ideato e diretto da Felice Laudadio, anche l’ultima commovente intervista audiovisiva rilasciata dal Maestro per il Bif&st 2013, pochi giorni prima della sua scomparsa e il documentario Armando Trovajoli: Cent’anni di musica di Mario Canale e Annarosa Morri; un lungo racconto autobiografico di un Trovajoli che parla con tono leggero delle sue passioni: Bach, Mozart, l’amore per il jazz e la musica per il cinema e le commedie musicali. Un filmato in cui Trovajoli ricorda tanti momenti della sua lunga carriera in piccoli gustosi stralci di memoria che riassumono in modo commovente la semplicità disarmante di un genio della musica, un’anima musicale vitale ricca di meravigliosi aneddoti che riguardano oltre 70 anni di carriera alle spalle.

Un ritratto molto personale di quell’uomo schivo che non amava presenzialismi, né applausi, ma anche una grande lezione sulla musica del 900 e sul cinema fatta da un artista che ha composto tra le sue canzoni più celebri anche Aggiungi un posto a tavola e Roma nun fa’ la stupida stasera, scritta nel ’61 per Nino Manfredi e Lea Massari e che uscì con grande dolore del Maestro, come racconta lui stesso, immediatamente dalla sua proprietà per diventare dominio universale.

 

Informatico, sindacalista, appassionato di politica e sportivo