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Mike e Victor, la lunga notte di Via Caetani

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di PIERDOMENICO CORTE RUGGIERO

Il 9 maggio 1978, veniva trovato, in via Caetani, il corpo di Aldo Moro. Finiva così la tragica vicenda del rapimento del presidente della DC. Ed iniziava la lunga stagione dei misteri. Ancora oggi, e sono passati 40 anni, molti i dubbi sulle modalità dell’omicidio di Moro, e sugli autori materiali. Ipotesi, perizie contrastanti. Un tema interessante, su cui non è il caso di entrare.

 

Tanti, più qualificati, si occupano di questo. Parliamo, invece, di due protagonisti, un po’ dimenticati, di via Caetani. Parliamo di Mike e Victor. Non sono due persone, sono molto di più. Sono i due piani operativi nel caso di Moro liberato e vivo (Victor) o nel caso di Moro ritrovato morto (Mike). Victor prevedeva di isolare Moro in una struttura sanitaria, per alcuni giorni. Nessuno, con poche selezionate eccezioni, avrebbe potuto avvicinarlo. Mike prevedeva l’isolamento del luogo di ritrovamento del corpo, invio degli artificieri, permesso di accesso concesso solo a pochi investigatori. In entrambi i casi, la parola d’ordine era isolamento. Si può capirlo nel caso del piano Mike, molto meno nel caso del piano Victor. Certamente Moro, una volta liberato, avrebbe avuto bisogno di riposo e cure. Non certo di una nuova detenzione, che non aveva nessuna base legale. L’isolamento era forse necessario, per il timore di cosa Moro poteva dire una volta libero? Il problema delle possibili conseguenze del ritorno alla libertà di Moro, sembra alla base del piano Victor. Durante la prigionia Moro può aver detto cose compromettenti per la DC e non solo. Ma a questo era possibile rimediare, infatti non è mai stato trovato l’originale del memoriale, come non sono stati mai trovati i nastri delle registrazioni degli interrogatori. Diverso era gestire Moro dopo la sua liberazione. Come impedirgli di dire cose “sconvenienti“ ? La risposta viene probabilmente data con il piano Victor, che Cossiga era sicuro di attuare la mattina del 9 maggio. Era sicuro della liberazione di Aldo Moro. Purtroppo, probabilmente, per alcuni il piano Victor non dava le necessarie garanzie. Una volta ottenuto il memoriale e le registrazioni, perché rischiare con Moro nuovamente libero? Con il rischio che potesse svelare, tra le altre cose, le sue prigioni. No il piano Victor non andava bene, ad essere applicato sarà il piano Mike. Da notare che Mike e Victor, sono lettere dell’alfabeto fonetico della Nato. Una suggestiva indicazione. L’analisi grafologica delle lettere di Moro fatta immediatamente, il piano Victor, sembrano indicare che la vera preoccupazione non era trovare la prigione di Moro, nel paese dei segreti di Pulcinella non era difficile, ma valutare la convenienza e il rischio di Moro nuovamente libero. A conferma di ciò, il fatto che non esiste un piano Lima. Cioè un piano per la liberazione di Moro. A parte un singolo riferimento ai reparti speciali della Marina, non esiste un piano organico con indicazione di uomini, mezzi e modalità per la liberazione di Aldo Moro. Certo è importante sapere il nome degli assassini di Moro, e il luogo in cui viene ucciso. Ugualmente importante è scoprire in quali segrete stanze è stato deciso il destino di Aldo Moro. Scoprire i nomi di coloro che hanno deciso di non fidarsi del piano Victor, probabilmente gli stessi che hanno deciso che la scorta di Moro andava annientata. Il piano Victor, il piano Mike, il falso comunicato numero 7, il ritrovamento del covo di via Gradoli. Tutti segnali che indicano che probabilmente non erano più le Brigate Rosse a decidere la sorte di Moro. Una prova indiretta viene dalla vicenda del rapimento di Ciro Cirillo, nel suo caso venne considerato affidabile, il piano Victor. Appena liberato, Cirillo venne tenuto per diverse ore “isolato“. Mike e Victor, sintetizzano anche le ore drammatiche e cruciali nella notte tra 8 e 9 maggio. Ore frenetiche e di confronto tra coloro che volevano Moro M(icke)orto e coloro che provarono a portarlo Vi(ctor)vo a casa. Ore di incontri segreti, trattative, offerte di riscatto, minacce e forse tentativi di blitz fermati un secondo prima di sfondare la porta. Dietro la logica di Mike e Victor, si nascondono fazioni contrapposte all’interno del Vaticano, del governo italiano, dei partit, delle forze armate, delle forze dell’ordine, dei servizi segreti. La lunga notte che precede la tragica mattina del 9 maggio 1978, rimane il più fitto mistero italiano. Una lunga notte, di cui a 40 anni di distanza, si fatica a vedere la fine.

Credit foto www.youtube.com

 

Informatico, sindacalista, appassionato di politica e sportivo