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Sex work is not work

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di MICHELANGELA BARBA

La Corte Costituzionale ha deciso che reclutare ragazze per la prostituzione e organizzare le loro prestazioni è ancora reato.


Esultano le associazioni femministe, tremano gli avvocati di Berlusconi & soci che contavano sulla pronuncia della Suprema Corte per chiudere il capitolo feste e festini.

“La Merlin fa di tutta l’erba un fascio” hanno sostenuto i legali, lamentando il mancato riconoscimento dell’autodeterminazione delle donne e portando il discorso sul livello della libertà di scelta etica, arrivando a citare la triste storia di Eliana Englaro o di Dj Fabio.

Ciò che i principi del foro hanno (fraudolentemente) omesso di dire è che quelle stesse norme tutelano in Italia anche la prostituzione forzata, quella che non ha i requisiti stringenti per essere definita tratta ovvero riduzione in schiavitù.

La differenza tra l’avere reclutato o favorito l’attività prostituta di donne consenzienti o meno è data in Italia unicamente dall’art.4 numero 1 ovvero dalla previsione che le predette condotte di reclutamento e favoreggiamento siano commesse con l’uso della violenza, della minaccia o dell’inganno.

Ma essendo questa previsione una mera aggravante delle condotte di favoreggiamento e reclutamento, abrogare i relativi reati avrebbe comportato abrogare anche le ipotesi aggravate, determinando un terribile vuoto normativo per cui prelevare con la forza una 18enne dal paese di origine per indurlo alla prostituzione sarebbe stato un comportamento assolutamente lecito.

Occorre sottolineare poi che in Italia l’ipotesi della manipolazione o della violenza psicologica non è proprio prevista in barba alla ed alla Raccomandazione del Parlamento Europeo del maggio 2016 pur rappresentando il metodo utilizzato nel 70% dei casi sempre secondo i dato del Parlamento Europeo.

Le donne che sono in prostituzione a causa di terribili manipolazioni psicologiche e della stato di soggezione psicologica indotto dai loro sfruttatori sono equiparate dal diritto italiano a prostitute libere e volontarie

Ergo, se la Corte Costituzionale avesse deciso diversamente, anche queste donne sarebbero ricamate totalmente priva della benché minima tutela. Distruggere l’autostima di una ragazza neo maggiorenne per farla prostituire 20 ore al giorno rendendone l’agenda sarebbe stata una normale attività imprenditoriale.

C’è poi tutto il settore delle donne che sì in effetti acconsentono spontaneamente a prostituirsi ma solo perché in una gravissima situazione socio economica. Anche per queste donne sarebbe venuta mento qualunque sorta di tutela. Perciò ci saremmo trovati nell’assurda situazione per cui prestare soldi a un tasso usurario a una persona in difficoltà è reato, proporle di svendere un bene di sua proprietà è un negozio annullabile ai sensi del codice civile ma nessuna rilevanza ha la circostanza nella sua “scelta” di vendere il proprio corpo e della possibilità di qualcuno per guadagnarci sopra senza limiti e senza ritegno.

Dunque per tutelare le autodeterminate escort avremmo condannato allo sfruttamento donne prostituite a forza, donne psicologicamente distrutte e poveracce alla canna del gas.

Tutto molto equo e democratico.

La Corte Costituzionale ha deciso secondo giustizia.

Questa volta.

Ma già è pronto il disegno di legge della Lega per la riapertura delle case chiuse in cui finirebbero in massa e senza indugio le malcapitata di cui sopra, non certo le ricche libere professioniste tanto sbandierate dai difensori di Tarantini & co.

Quindi, come avrebbe detto Esopo a questo punto, fabula est, la morale della favola è: cosa aspetta l’Italia onesta, l’Italia pulita, l’Italia capace di andare in piazza contro il razzismo, che cosa aspetta a mobilitarsi per chiedere un rinforzo di queste stesse norme, un rinforzo in grado di portare in carcere sistematicamente gli autori di questi terribili reati, un rinforzo che permetta di riconoscere tutte le vittime e tutte le forme di sfruttamento e induzione alla prostituzione? Che cosa aspetta a ricordarsi di queste sorelle, di queste figlie, di queste ragazze e ragazzine? A volte arrivano su navi fatiscenti, a volte su vecchie auto sgangherata.

Hanno vari fenotipi e varie fisionomia ma non sono aliene, sono donne, portatrici di enormi sofferenze e di un’enorme forza per andare avanti nonostante tutto. Meritano l’attenzione e il sostegno della parte sana del nostro Paese.

L’associazione Ebano dal 2012 si batte per questo.

 

Informatico, sindacalista, appassionato di politica e sportivo