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Il caso Cucchi e l’Onore delle Forze dell’Ordine

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di PIERDOMENICO CORTE RUGGIERO

Inutile nascondere che il processo in corso per la morte di Stefano Cucchi, getta nuvole nere sulla credibilità dell’Arma dei Carabinieri e sull’onore delle Forze dell’Ordine.

 

Una vicenda che ha molto colpito l’opinione pubblica, oggi ancora di più con gli elementi che emergono durante il dibattimento. Elementi che devono, ovviamente, trovare conferma nelle sentenze. Sappiamo, però, che il sentimento popolare spesso non aspetta le sentenze. Stefano Cucchi picchiato nella caserma dei Carabinieri, e la cosa poi insabbiata con depistaggi che arrivano fino al vertice della catena di comando. Questo è successo per la pubblica accusa e per l’opinione pubblica. Saranno, ripetiamo, le sentenze, a dire se è successo e come è successo. Certamente, però, un grave problema esiste. La distanza tra la pubblica opinione e le Forze dell’Ordine. Distanza non dal poliziotto o dal carabiniere che incontriamo per strada, ma dai vertici delle Forze dell’Ordine e dalla gestione politica dell’ordine pubblico. Il problema parte dal fatto che i vertici delle Forze dell’Ordine sono nominati con scelta politica dal Governo. Questo fornisce già il pretesto per polemiche di ordine politico. Perché le Forze dell’Ordine, in Italia, sono da sempre strumentalizzate ai fini politici. Usate per imporre lo slogan “ordine e disciplina” o demonizzate da nostalgici del “ Pace and love “. Usate per dimostrare lo status di potente del politico di turno che si circonda di inutili scorte e cordoni di sicurezza, usati spesso per evitare di rispondere alle legittime e pacifiche richieste delle persone. Ultimamente Salvini ha fatto sfoggio di divise, creando sconcerto. Ma, l’uso politico delle forze dell’ordine, è problema antico. Per questo motivo i vertici delle Forze dell’Ordine dovrebbero essere nominati dal Parlamento in seduta comune, con maggioranza qualificata e poi posti sotto il controllo di un comitato parlamentare con i rappresentanti di tutti i partiti. Il Presidente del Consiglio, il Ministro dell’Interno, il Ministro della Difesa, il Ministro della Giustizia e il Ministro delle Finanze, devono solo occuparsi della gestione amministrativa delle Forze dell’Ordine. La gestione di una Politica dell’Ordine Pubblico deve essere prerogativa del Parlamento. Le Forze dell’Ordine devono essere patrimonio di tutta la Nazione. Deve passare anche il principio che quando un cittadino viene arrestato, ogni suo passo dalla caserma o dal commissariato, passando per il carcere e il tribunale, deve essere videoregistrato. Non è sfiducia verso le Forze dell’Ordine. E’ invece dimostrare che nulla si teme da una politica di trasparenza. E’ vero anche che non si può essere tanto ipocriti da condannare l’uso legittimo della forza. Non possiamo pretendere di avere Forze dell’Ordine che non usano la forza. Ovviamente nei modi stabiliti dalla Legge. L’Onore delle Forze dell’Ordine non si difende nascondendo ciò che è sbagliato. L’Onore delle Forze dell’Ordine si basa sul quotidiano sacrificio di uomini e donne, nessuno scandalo può cambiare questo. Il popolo non è minorenne, non ha bisogno di tutela, riconosce il valore delle Forze dell’Ordine, conosce la differenza tra valorosi in divisa e mascalzoni. Chiede solo trasparenza. Dopo il G8 di Genova, molti si chiedevano: se mi aggredisce un ladro chiamo le Forze dell’Ordine ma se mi aggrediscono le Forze dell’Ordine allora chi chiamo? Una domanda che racchiude il senso stesso dello Stato di Diritto.

Credit foto www.ilpost.it

 

Informatico, sindacalista, appassionato di politica e sportivo