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Minerbe: tonno e cracker per la bambina non in regola con la mensa

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di ROSA MANNETTA

Giorni fa è successo che una bambina a mensa, ha visto nel suo piatto una scatola di tonno con i cracker.

 

 

I suoi compagni mangiavano un normale pasto. Perché questa discriminazione, questa differenza? I genitori della bambina non erano stati in grado di pagare la retta, in modo regolare. In pratica, il piatto diverso, ha fatto piangere la piccola. Lei si è sentita umiliata di fronte ai compagni. La scelta di questo trattamento sarebbe stato concordato tra i gestori della mensa e il Comune. Scelta avvenuta dopo che la famiglia aveva avuto vari solleciti di pagamento. Questo episodio è stato rivelato dal quotidiano “L’Arena” ed è stato denunciato dalla segreteria provinciale del partito Democratico. E dopo la polemica mediatica, il giocatore dell’Inter Antonio Candreva, ha parlato con il sindaco di Minerbe per conoscere i particolari della situazione e si è offerto di pagare la retta della mensa. A tal fine, il sindaco di Minerbe ha affermato: “Il giocatore mi ha detto che vuole pagare i pasti di tutto l’anno alla bambina in questione, ma non solo. Si è proposto di sanare anche le altre situazioni di mora che abbiamo in essere. Ci sono più di 30 persone al giorno che non pagano su 200”. E poi ha spiegato: “Siamo stanchi di essere presi in giro. Io devo agire anche in base a un principio di giustizia nei confronti di chi paga…”. Parlo di questo avvenimento, nel bar Maracuja, dove da sempre avvengono le mie interviste, davanti ad un caffè invitante. Sonia interviene: “E’ un errore creare piatti diversi tra bambini, a tavola. Un pasto non si nega a nessuno. Ma in che società stiamo vivendo? Cosa insegniamo ai giovani? Non mi piace questo modo di fare di un Comune del nostro Paese”. Carlo dice: “Tutti se mandano i figli a scuola, devono fare sacrifici. Si possono fare anche due lavori. La retta della mensa si deve pagare. Questa solidarietà non la comprendo. Chi non può, può mangiare a casa propria”. Di sicuro, le opinioni saranno molteplici e antitetiche nel senso che ci saranno coloro che saranno solidali e coloro che saranno contrari. Ma una bambina non deve mangiare la scatola di tonno di fronte ai compagni che nel piatto, hanno la pasta. Nelle mense si serve un primo piatto con pasta e vari condimenti: i bambini sanno che la scatola di tonno, non è un primo piatto. E’ questo il punto da focalizzare. Si è creato il razzismo nel pranzo. La bambina ha intuito che per lei c’era qualcosa di “strano”. Il contesto mediatico che è scaturito pone un forte problema. Il problema della dignità umana. La bambina è stata calpestata nella sua dignità di “piccola”. E’ paradossale essere bambini e poi, non-bambini. Amelia Rosselli scriveva: “Tutto il mondo è vedovo…”. E cosa siamo diventati? Rispettiamo le persone o siamo indifferenti? Interrogativo brutale.

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Informatico, sindacalista, appassionato di politica e sportivo