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Papa Francesco : “Porti chiusi alle persone ma aperti alle armi, questa ipocrisia è un peccato”

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di NICO CATALANO

Durante le ultime settimane, nell’Italia dei “porti chiusi” ai migranti e del governo Gialloverde, sono transitate tra le proteste dei movimenti pacifisti due navi battenti bandiera Saudita provenienti da Belgio e Francia.


 

Imbarcazioni attraccate nel nostro Paese per fare rifornimento di armamenti e materiale bellico destinato a quel sanguinoso conflitto che in questo momento in Yemen, sta provocando lutti, devastazioni e profughi, molti di quei rifugiati che in fuga dalla guerra, spesso arrivano sulle nostre coste in cerca di pace, cure mediche e di un futuro migliore. Una delle due barche, la «Bahri Yanbu», a Genova, è stata respinta senza poter colmare le sue stive di quel carico di morte, grazie alle proteste dei portuali della città ligure, invece a differenza della «Bahri Tabuk», che arrivata di nascosto a Cagliari, probabilmente è riuscita forse a caricare le bombe prodotte dalla Rwm di Domusnovas, ordigni che appunto in Yemen non stanno risparmiando neanche i bambini.

Una situazione paradossale e contraddittoria questa, per una Nazione che ha come valore Costituzionale, quello di ripudiare la guerra, concetto peraltro ribadito con l’articolo 11 della nostra Costituzione Repubblicana. Tra il silenzio del mondo politico, domenica scorsa Papa Francesco ha commentato questi episodi mentre era in corso in Vaticano l’udienza ai partecipanti alla ROACO, la riunione con i membri delle opere cattoliche di aiuto alle Chiese orientali.

“Porti chiusi alle navi che salvano vite umane nel Mediterraneo, mentre porti spalancati alle navi che caricano sofisticati e costosi armamenti per le guerre in Africa e Medio Oriente, da dove proviene la maggior parte dei migranti” ha tuonato il Pontefice, il quale ha aggiunto “questa ipocrisia è un peccato e prima o poi l’ira di Dio si scatenerà contro i responsabili delle Nazioni che parlano di pace e vendono armi”.

Un ammonimento quella del pontefice che ha suscitato l’apprezzamento sia di Francesco Vignarca, coordinatore della Rete italiana per il disarmo, così come di monsignor Giovanni Ricchiuti, presidente dell’associazione Pax Christi, quest’ultimo ha evidenziato come su queste contraddizioni non si deve tacere, ricordando la doppiezza della politica italiana “nel palare di pace ma nel contempo incassare i soldi della vendita delle armi o addirittura inaugurare in modo trionfalistico la nuova portaerei «Trieste» che potrà ospitare anche i cacciabombardieri F-35 costata oltre un miliardo di euro, un vero schiaffo alla miseria in un momento di grave crisi economica”.

Un’ ipocrisia, della politica italiana, che parte da lontano, difatti le collaborazioni commerciali di materiale bellico tra il nostro Paese e le diverse Nazioni impegnante nei diversi fronti di guerra avvengono da anni diversi anni ed hanno visto protagonisti sia governi di centro destra che quelli di centro sinistra, così come in qualche circostanza è anche emerso che la stessa banca vaticana ha finanziato operazioni del genere.  Contraddizioni, che vanno ben oltre i colori politici e le religioni, così come la definisce Bergoglio una vera e propria “ipocrisia” del Vecchio continente, un monito che rappresenta un nuovo corso, forse una speranza di ascolto da parte di quella parte del mondo ricco e opulento del grido di molti che in questi anni sono stati derubati del proprio futuro

Fonte della foto: Il Manifesto.

 

Informatico, sindacalista, appassionato di politica e sportivo