Mettiti in comunicazione con noi

Non categorizzato

Antica Grecia. Pasifae … e l’insana passione

Avatar photo

Pubblicato

su

 

di MARIA PACE

Chi non conosce l’insana passione di Pasifae, Regina di Creta. Bestiale, in verità, nel senso letterale della parola, poiché l’oggetto del desiderio della bella Pasifae non era un uomo…benché ne avesse avuti tanti, mortali ed immortali, ma un toro.


Come andò il fattaccio?

Ci sono diverse versioni del mito, ma quella più nota coinvolge direttamente anche il marito, Minosse, Re si Creta. Per legittimare il suo diritto al trono, Minosse, racconta questo mito, consacrò un altare in onore di Poseidone a cui chiese di inviargli un animale da offrigli in sacrificio. Immediatamente dopo, dalle onde del mare emerse un meraviglioso toro dal pelo di un candore abbagliante, che nuotò fino a riva. Minosse rimase talmente colpito dalla bellezza dell’animale, che non ebbe cuore di ucciderlo e lo mandò al pascolo, dove era la sua mandria e decise di sacrificare al suo posto un altro esemplare

La cosa, però, dispiacque assai a Poseidone che, come tutte le Divinità, aveva sentimenti assai simili a quelli umani e il desiderio di vendetta era uno di questi e la vendetta del Signore del mare fu assolutamente originale.

Minosse era sposato con Pasifae, figlia di Elio, dio del Sole e della ninfa Creta, nota anche con il nome di Perseide e Pasifae non era quel che si dice una donna propriamente virtuosa, era poco fedele e disponibile alle avventure quasi quanto il marito.

Poseidone contò proprio su questa disponibilità quando decise di vendicarsi dell’affronto subito: fece sì che le attenzioni della donna si concentrassero proprio sullo splendido animale. Pasifae si innamorò follemente di quel toro e bruciava così ardentemente di passione, da finire col confidarsi con Dedalo, il più famoso artefice ateniese, in esilio a Cnosso, il quale deliziava la corte con le sue opere geniali. Dedalo le promise il suo aiuto e costruì per lei la sagoma di una giovenca entro cui potersi sistemare ed assecondare l’insana passione.

Così fu! Dedalo costruì una graziosissima sagoma di giovenca, entro cui fece sistemare quella pazza della Regina; la piazzò in mezzo al prato dove il bel toro stava pascolando, poi si ritirò discretamente, lasciando la scena ai due. Il frutto di quell’insano rapporto fu una mostruosa creatura, una creatura con corpo umano e testa di toro: il Minotauro. Invece di uccidere quella mostruosa creatura, Minosse consultò un oracolo sul da farsi e gli fu risposto di farsi costruire a Cnosso, da Dedalo, un nascondiglio per il Minotauro.

Il geniale ateniese si mise subito all’opera e costruì il Labirinto, un immenso palazzo in cui era facile smarrirsi e da dove era quasi impossibile uscire. Minosse vi fece nascondere la Regina e il suo mostruoso pargolo. Mostruoso e assai crudele, in verità, poichè il suo pasto preferito era la carne umana, che Minosse gli forniva regolarmente con…. ma questa è un’altra storia.

Ma quale significato simbolico era nascosto in questo mito? Come tutti i miti, anche questo rifletteva un rituale e questo rituale era legato alla comparsa della prima luna nuova d’estate, momento considerato, forse, l’inizio dell’anno. Un mito, dunque, inteso come cosmogonia, ossia nascita dell’Universo, in cui si contemplavano Terra, Luna e Sole, ed in cui Pasifae era il Sole e Minosse la Luna.

Secondo Pausania il mito dell’accoppiamento della Regina con il toro si riferisce al matrimonio rituale, “Nozze Sacre”, tra il Sole e la Luna e precisamente al matrimonio tra il Re e la Sacerdotessa Luna. Queste nozze si celebravano sotto una quercia, ma non in pubblico; il Re portava una maschera di toro, mentre la sacerdotessa indossava corna bovine.

A Cnosso e si celebravano gare di tauromachia e vi era una mandria di animali sacri, tra cui i tori bianchi sacri alla Dea Luna e PASIFAE era un appellativo della Dea-Luna, come lo era della Madre Terra, venerata a Egira, in Acaia, dove le sacerdotesse bevevano sangue di toro, mortale per ogni altro essere umano. La Dea-Luna, nella parte orientale di Creta, era chiamata anche Britomarti e identificata con Artemide o Ecate; nella parte occidentale, invece, il suo nome era Dittinna

Un mito racconta che Dafne inseguita da Apollo fu trasportata a Creta dalla Madre Terra dove divenne Pasifae. Pasifae era, dunque, l’incarnazione della Dea-Luna che, attraverso la sua sacerdotessa, ogni anno si accoppiava con il Re, secondo un rituale d’epoca matriarcale legato al culto della Madre Terra. Un culto, però, violentemente osteggiato dai nuovi conquistatori, il cui modello di società era quello patriarcale; questi non seppero e non vollero vedere in quel mito e in quel rito, conosciuto con il nome “ieròs gamòs” , il simbolismo nascosto e cioè, il “matrimonio sacro” tra il principio femminile e quello maschile, preferendo tacciarlo come “insana passione“

Ma esiste un’altra versione del mito, assai poco conosciuta, ma strenuamente difesa dai cretesi che respingevano fermamente quella figura da “sodomia” Ed ecco quella versione, riportata anche da Plutarco.

Non c’era alcuna creatura mostruosa e i giovani prigionieri ateniesi non costituivano il pasto di nessun minotauro, ma erano le vittime destinate ai giochi funebri in onore di Androgeo, il figlio di Minosse. Il grande vincitore di questi giochi era Taurus, valente generale di Minosse, il quale continuava a portarsi via quasi tutti i fanciulli. Non solo. Il bel Taurus fece anche innamorare la Regina, che non resistette al suo fascino e intrecciò con lui una relazione adulterina. Non era la prima volta, ma questa volta la fedifraga Pasifae aveva messo al mondo una bella coppia di gemelli e uno dei due, Asterione, era il ritratto del bel Taurus. Il Minotauro, ossia Asterione, dunque, era soltanto il frutto della relazione tra la regina Pasifae e il bel Taurus.

Sempre di corna si trattava, ma non di corna animali!

Secondo questa più accettabile versione dei fatti, poco conosciuta perché non piccante come la prima e per questo meno capace di catturare quel “lato oscuro” che è sempre stato in ogni essere umano, Teseo combattè non con il mostruoso Minotauro, ma con suo padre Tauros e lo vinse in regolare incontro durante i giochi funebri in onore di Androgeo.

Le leggende, soprattutto quelle nere e scabrose, sono lunghe a morire. Ecco perché oggi tutti conoscono il Minotauro, figlio di un toro, e ignorano Asterione, figlio di un atleta.

 

Informatico, sindacalista, appassionato di politica e sportivo