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In calo le vendite all’estero in provincia di Lucca

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di FRANCESCA SARGENTI*

Nei primi tre mesi del 2019 è stato registrato un valore in calo del -6,1% (-55 milioni)

 

rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente per quanto riguarda le vendite all’estero della provincia di Lucca per un ammontare complessivo pari a 854 milioni di euro.

La dinamica lucchese, in fisiologico calo dopo il record storico del 2018, risulta peggiore sia rispetto a quella toscana, che ha messo a segno un incremento del +16,1%, sia a quella nazionale che si è fermata al +2%.

Il favorevole andamento di alcuni dei settori di specializzazione territoriale ha sostenuto la crescita regionale, con incrementi particolarmente elevati a livello locale: a Massa Carrara sono salite le vendite di macchinari e apparecchi elettrici, a Pistoia i mezzi di trasporto, a Firenze il sistema moda, ad Arezzo l’orafo. Positivi ma più contenuti gli andamenti di Grosseto, Livorno, Prato e Pisa, mentre Lucca e Siena hanno segnato diminuzioni.  Sono questi i principali risultati emersi dall’analisi dei dati ISTAT sul commercio estero da parte dell’Ufficio Studi, Statistica e Politiche economiche della Camera di Commercio di Lucca.

Sul fronte delle importazioni è proseguita la crescita in provincia di Lucca, con un +5,5% rispetto ai primi tre mesi del 2018 per complessivi 515 milioni di euro. La dinamica regionale risulta migliore di quella lucchese, con un incremento degli acquisti dall’estero del +9,6%, mentre quella nazionale si è fermata al +1,6%.

“La flessione degli scambi con l’estero della nostra provincia era in parte atteso, visto il rallentamento degli indicatori economici a partire dalla fine del 2018 – ha commentato Giorgio Bartoli, Presidente della Camera di Commercio di Lucca -. Il dato che emerge dalle ultime analisi economiche è preoccupante per le imprese lucchesi, che risultano maggiormente colpite rispetto al resto della Toscana e dell’Italia. E’ difficile parlare di prospettive di crescita nell’attuale contesto di incertezza in cui gli operatori si trovano ad operare, dove alle complicate condizioni internazionali si aggiungono le perduranti incertezze interne. Si tratta di elementi che possono agire da disincentivo delle decisioni di acquisto per investimenti di una certa portata, quali i macchinari e le tecnologie di produzione. A queste sono da aggiungere le criticità del nostro territorio, quali ad esempio la questione degli assi viari, e la necessità di iniziare ad agire e fare sistema per arrivare ad una soluzione concreta e condivisa in tempi brevi”.

A livello settoriale l’andamento risulta abbastanza eterogeneo: il cartario si conferma primo settore provinciale per valore esportato (231 milioni di euro nel trimestre) ma presenta un calo delle vendite all’estero del -14,4% rispetto al 2018, per la flessione delle vendite di pasta da carta, carta e cartone (-27,4%) mentre gli articoli in carta e cartone hanno segnato una diminuzione più lieve (-3,6%). Tra le determinanti si segnala la contrazione della produzione di carta a livello nazionale, iniziata a novembre 2018 e che sembra essere proseguita anche nel primo scorcio del 2019.

Anche la meccanica (165 milioni) ha ceduto il -14,5% (-28 mln) rispetto ai primi tre mesi del 2018 per la diminuzione delle vendite di macchine per impieghi speciali (-21,3%). Si tratta di un rallentamento fisiologico e in parte atteso per il 2019, dopo il record dell’anno passato.

Il comparto alimentare (70,5 milioni) presenta una diminuzione delle esportazioni del -1,2%, nonostante l’incremento delle vendite di olio di oliva, semi etc. (+3,3%); prosegue il periodo di difficoltà attraversato dal calzaturiero (57 milioni; -17,2%), dall’industria lapidea, del vetro e delle pietre estratte (35 milioni; -2,1%) e dal tessile e abbigliamento (15 milioni) che ha visto diminuire le vendite all’estero del -24,5% nei primi tre mesi dell’anno.

Tra i settori che hanno invece registrato un aumento delle vendite all’estero troviamo la fabbricazione di materiale elettrico e meccanica di precisione, che ha esportato beni per 71 milioni di euro (+7,0%), e l’industria metallurgica che è salita del +6,1% a quota 69 milioni. Più sostenuto l’incremento della cantieristica nautica (44 milioni; +22%), legato presumibilmente alla contabilizzazione delle vendite di nuovi natanti nel periodo, e dell’industria chimica (+34,8%) per la forte crescita della farmaceutica che ha incrementato l’export settoriale del +60,8% (12 milioni in più). Stabile infine la gomma e plastica.

Guardando alle aree di destinazione, le vendite aumentano soltanto verso il continente americano (+14,6%), trainate dall’area settentrionale (+19,8%) mentre per quella centro-meridionale la crescita si è fermata al +2,7%. Le vendite verso il continente europeo hanno segnato una flessione del -3,3% per il calo dell’Area Euro (-8,1%) mentre i paesi extra-UE28 hanno registrato un incremento del +33,8%; in diminuzione anche le vendite verso l’Asia (-34,9%), l’Africa (-21,8%) e l’Oceania che ha ceduto il -12,5% nel trimestre.

La crescita delle importazioni provinciali (+5,5%) ha beneficiato di un significativo aumento degli acquisti dall’estero di alcuni settori rilevanti per la provincia: l’industria chimico-farmaceutica (+47,6%) ha rilevato un forte incremento della farmaceutica (+172,2%), l’industria metallurgica (+26,4%) un aumento degli acquisti di rame (+30,3%) e la meccanica (+17,5%) un’espansione delle vendite di macchinari per impieghi speciali (+16,8%). Hanno registrato dinamiche positive anche la fabbricazione di materiale elettrico e meccanica di precisione (+2,4%), il tessile e abbigliamento (+8,3%) e la gomma e plastica che ha incrementato gli acquisti dall’estero del +5,9%.

Sono invece diminuiti gli acquisti dall’estero dell’industria della carta (-3,4% in valore), dell’industria alimentare (-2,0%), del cuoio e calzature (-18,3%), dei prodotti agricoli (-13,5%), del lapideo (-20,5%) e della cantieristica nautica (-30,6%).

In relazione alla provenienza geografica degli acquisti effettuati all’estero dalle imprese lucchesi, si osservano incrementi per quelli provenienti dall’Europa (+8,9%) e dall’America (+5,7%), mentre sono diminuite le importazioni da Asia (-5,9%), Africa (-18,8%) e Oceania (-11,3%).

*Ufficio Stampa – Relazioni Esterne

 

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Informatico, sindacalista, appassionato di politica e sportivo