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Conte: “La TAV si deve da fare”

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di NICO CATALANO

Crisi di Governo?

 

 

 

In questi giorni, le dichiarazioni favorevoli alla TAV rilasciate dal premier Conte, stanno producendo l’ennesima crisi nella già instabile maggioranza giallo-verde, compagine di governo peraltro recentemente provata dalle tante polemiche interne alla stessa area politica, scaturite in seguito alla recente vicenda dei presunti finanziamenti russi alla Lega Nord di Salvini.

La Tav ovvero la tratta ferroviaria ad alta velocità, che nelle intenzioni progettuali dovrebbe collegare Torino con la città francese di Lione, da diversi anni è il pomo della discordia tra i vari governi che si sono avvicendati alla guida del nostro Paese e i movimenti ambientalisti nonché con le associazioni dei residenti della Valle di Susa, il territorio dove dovrebbe sorgere l’opera infrastrutturale.

La costruzione della tratta, decisa, avallata ed iniziata dai precedenti governi di centro destra e centro sinistra, secondo la Lega Nord, da sempre favorevole all’utilità dell’infrastruttura, non potrebbe più essere revocata. Difatti, secondo il partito del Carroccio la decisione di annullare l’opera, porterebbe sia alla cancellazione di tutti gli accordi intrapresi in merito con la Francia, con le relative seguenti onerose penali da sostenere per la parte italiana, inoltre risulterebbe una scelta dissennata, in quanto allo stato odierno dell’arte, un’opera del genere dal punto di vista economico costerebbe di più sospenderla che finirla.

Una posizione questa non condivisa dall’altro partner di governo, quel M5S invece da sempre contrario alla TAV, una contrarietà tanto palesata da divenire uno dei tanti cavalli di battaglia dello stesso movimento durante le elezioni politiche del marzo 2018. M5S che inoltre, una volta al governo, aveva inserito nel “famoso” contratto di governo, addirittura l’impegno di ridiscutere globalmente la prosecuzione dell’infrastruttura con il governo francese.

Un movimento quello grillino, spiazzato dal discorso di Conte, da quelle parole favorevoli alla prosecuzione della tratta ferroviaria ad alta velocità in Val Susa. M5S che dopo le polemiche di questi giorni sul “mandato zero” rischia sia di perdere ulteriormente la faccia con gli italiani così come un’emorragia di consensi. Mentre lo stesso Di Maio “dimenticando” di essere parte di un esecutivo di governo, chiede con una mossa tanto politichese in stile prima repubblica quanto Ponzio Pilatesca, che sulla vicenda TAV sia il parlamento ad esprimersi, i cittadini della Val Susa contrari all’alta velocità annunciano una mobilitazione generale per sabato prossimo.

La vicenda TAV, in una Nazione in cui coniugare l’ambiente con il lavoro rappresenta ancora un’utopia e non la strada da intraprendere per il futuro, dimostra la totale inadeguatezza della classe politica italiana. Quella passata priva di visione e coraggio, forze politiche ormai al crepuscolo e inebriate dall’idea distorta che “solo le grandi opere portano sviluppo e progresso” tanto da non considerare minimamente i costi ambientali e sociali per i territori interessati oltre ai gravi danni all’ecologia dei luoghi che tali infrastrutture impattanti comportano. Quella odierna, invece anch’essa inadeguata perché incapace di trovare un accordo con la Francia per una ridiscussione globale dell’opera, magari in una rideterminazione in chiave sostenibile, un fallimento da parte di Conte, sicuramente vittima di presiedere un governo incapace, di fare sintesi e parlare con voce univoca.

Fonte della Foto: Il fatto Quotidiano

 

Informatico, sindacalista, appassionato di politica e sportivo