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Goethe, l’Italia e la delusione del suo secondo viaggio…

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di MARIAPIA METALLO

Conosci tu il paese dove fioriscono i limoni?
Nel verde fogliame splendono arance d’oro


 

Un vento lieve spira dal cielo azzurro…
Tranquillo è il mirto, sereno l’alloro
Lo conosci tu bene?
Laggiù, laggiù
Vorrei con te, o mio amato, andare!


Questa poesia, scritta da Goethe durante il suo primo viaggio in Italia, è diventata l’espressione classica della nostalgia di molti artisti verso l’Italia. Tutti i tentativi di Goethe di ripetere l’esperienza unica e stimolante del primo viaggio in Italia fallirono. La seconda volta arrivò fino a Venezia, ma non vide più gli ideali classici, ora vide invece il disordine e il malfunzionamento delle cose pubbliche. La terza volta arrivò solo fino al confine, poi tornò a casa. Il suo amore non era più sufficientemente grande. Lo stesso Goethe, durante il suo secondo viaggio, scrisse:


L’Italia è ancora come la lasciai, ancora polvere sulle strade,
ancora truffe al forestiero, si presenti
come vuole.
Onestà tedesca ovunque cercherai invano,
c’è vita e animazione qui, ma non ordine e disciplina;
ognuno pensa per sé, è vano, dell’altro diffida,
e i capi dello stato, pure loro, pensano solo per sé.
Bello è il paese! Ma Faustina, ahimè, più non ritrovo.
Non è più questa l’Italia che lasciai con dolore.

 

Informatico, sindacalista, appassionato di politica e sportivo