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Anzio: nigeriano bastonato da due ragazzi

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di ROSA MANNETTA

E’ successo qualche giorno fa: due cugini di 17 e 18 anni, hanno pestato un giovane nigeriano.

Questi due ragazzi sono stati bloccati dai carabinieri. La dinamica dei fatti è stata questa: lo hanno visto passare sotto casa. E senza un motivo particolare, lo hanno aggredito. Il giovane nigeriano è ospite di un centro di accoglienza. I carabinieri hanno “preso” i due ragazzi in flagranza di reato, in quanto, con i bastoni continuavano a picchiare il migrante. Quest’ultimo è finito al pronto soccorso con una ferita sulla testa ed ha avuto una prognosi di sette giorni. Le circostanze di questa aggressione devono essere chiarite in quanto, dopo il pestaggio, i due ragazzi sono andati a prendere i bastoni, per poi realizzare una sorta di caccia all’uomo.  Introduco questo episodio eclatante, nel solito bar Maracuja, dove avvengono le mie interviste. Carla esordisce: “Non è una bella cosa la notizia di questa aggressione. Ho ascoltato la madre di uno di questi due ragazzi che intervistata, ha detto che il migrante li aveva offesi e dietro questa offesa, gli stessi ragazzi erano andati a prendere i bastoni. Io penso che i due, abbiano avuto una reazione impropria. Ci si  può mai armare di bastoni e colpire una persona solo per qualche parola che ha detto? Il giovane era nigeriano e si doveva bastonare. E se i due ragazzi, fossero stati offesi da un giovane non nigeriano, avrebbero usato i bastoni? E ripeto, avrebbero usato i bastoni con un “bianco”? Ho letto in un articolo che il ragazzo di 18 anni di Anzio, è stato arrestato: dovrà rispondere solo di lesioni aggravate, ma non di odio razziale. Non mi spiego questa violenza eccessiva. Questi ragazzi hanno sbagliato. E hanno sbagliato anche i genitori ad educarli”.  Invece Gianni, dice: “E se è stata solo una rissa? Perché non dire che sia stato solo un litigio?”. Silvia gli risponde: “Non si può parlare solo di rissa. Diciamo che i ragazzi non devono essere violenti. Voglio ricordare i brutti episodi che sono avvenuti di recente: pochi giorni fa, è stato picchiato un tassista indiano a San Giovanni; un autista di autobus a Roma, è stato picchiato da una baby gang di 8 ragazzi, durante il turno di lavoro perché li aveva rimproverati. Non è normale tutto questo”. E siamo in un periodo storico tremendo. Gli episodi di cronaca evidenziano che i giovanissimi sono violenti. E non tutti, lo sono. Non tutti. Esistono ancora dei bravi ragazzi: sono pochi. Perché questa violenza? E’ presto detto: una determinata propaganda ha risvegliato le parole nostalgiche di un Ventennio che ci condusse verso la catastrofe. Catastrofe immensa per un Paese che fu occupato da Nord a Sud da eserciti stranieri. Catastrofe che paghiamo ancora dal dopoguerra ad oggi, a livello sociale e civile. Anne Sexton scriveva: “Una sola volta compresi lo scopo della vita…”. E noi comprenderemo?

 

 

Informatico, sindacalista, appassionato di politica e sportivo