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Il volto umano di Alessandro

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di MARIAPIA METALLO

La vita di Alessandro Magno non è stata segnata esclusivamente da trionfi e successi, ma anche da sconfitte, vuoti e perdite.

 

Anzi, sono proprio i momenti in cui il giovane sovrano viene attraversato dalla sofferenza quelli che contribuiscono a svelare il volto più umano e fragile della sua personalità. Occorre comunque ricordare che, anche nel modo di affrontare e vivere il dolore, Alessandro ha mostrato di possedere una natura eccezionale e straordinaria. L’episodio più significativo in tal senso è forse rappresentato dalla morte del fedele compagno e amico Efestione. Egli non rappresentava per Alessandro semplicemente un generale, un consigliere, una guida per il suo esercito: «Fu di gran lunga il più caro di tutti gli amici del re, allevato alla pari con lui e custode di tutti i suoi segreti». Si trattava di un legame che andava ben oltre la stima e la fiducia reciproca: un sentimento profondo e totalizzante che accompagnò e guidò i due giovani per tutto il corso delle loro brevi ma intense esistenze. Tale rapporto fu marcato da gesti e atti volutamente simbolici. A tal proposito Arriano riferisce che, all’inizio della spedizione in Asia, durante la visita di Troia i due giovani vollero identificarsi con Achille e Patroclo. Alessandro corse nudo verso la tomba di Achille per deporre una corona di fiori ed Efestione lo imitò, onorando il sepolcro di Patroclo. L’esplicito riferimento agli eroi omerici cela, secondo gli interpreti moderni, un rapporto non semplicemente amicale, ma un sostrato erotico. A ben vedere, già Eliano commentava l’episodio nel modo seguente: «Alessandro pose una ghirlanda sulla tomba di Achille ed Efestione una su quella di Patroclo, volendo con ciò significare che era l’erómenos di Alessandro, così come Patroclo lo era stato di Achille». Un’ulteriore conferma giungerebbe dalla reazione di Alessandro di fronte alla scomparsa di Efestione. Il sovrano si lacerò nello stesso tipo di dolore che aveva colto il Pelide per la morte di Patroclo, con reazioni traboccanti di pathos. Vegliò sul cadavere in digiuno per oltre tre giorni. Giacque a letto tra le lacrime, immerso nel vuoto e nel silenzio della sofferenza, decretando un periodo alquanto lungo di lutto in tutto l’impero. Nell’esercito il posto di Efestione rimase vacante, in quanto Alessandro desiderava che rimanesse legato al suo nome. Così il reggimento di Efestione continuò a chiamarsi nello stesso modo e l’immagine del giovane continuò a essere innalzata davanti a esso. Alessandro si distingue per la grandezza d’animo: amabile e crudele, deciso e implacabile di fronte all’onore e alla vendetta, sempre preoccupato per gli altri in battaglia, consapevole della brevità della sua esistenza e pronto ad accettare la morte..

 

Informatico, sindacalista, appassionato di politica e sportivo