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Gheddafi e la tragica estate del 1980

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di PIERDOMENICO CORTE RUGGIERO

I rapporti tra l’Italia e Gheddafi, sono stati sempre complessi e controversi.

 

Con un colpo di stato militare, Gheddafi prende il potere in Libia nel 1969. Gheddafi, il colonnello Gheddafi, trasforma la Libia in una repubblica socialista. In realtà è una dittatura. La politica estera di Gheddafi diventa subito aggressiva. Vuole diventare il simbolo del mondo arabo, i suoi nemici sono Israele e l’Occidente. Gheddafi fornisce supporto a tutti i gruppi terroristici arabi. Nel 1970, Gheddafi caccia tutti gli italiani dalla Libia e confisca loro tutti i beni. Gheddafi è oggettivamente un problema per l’Italia, per Israele, per l’Europa, per gli Stati Uniti. Però La Libia è ricca di petrolio, molto ricca. L’Italia ha disperatamente bisogno di petrolio e viste le condizioni della nostra economia, ha bisogno di petrolio a buon prezzo. Risulta necessario trattare con Gheddafi. Una trattativa basata su uno scambio. La Libia fornisce petrolio a prezzi vantaggiosi, L’Italia fornisce alla Libia tecnologia. Gheddafi ha bisogno di tecnologia sofisticata, sia per lo sviluppo industriale e sia soprattutto nel settore della difesa. Gheddafi compra quantità impressionanti di armi, può contare sulle forniture dell’Unione Sovietica, ma non sono armi molto sofisticate e il colonnello ha sogni di grandezza. L’Italia produce armi sofisticate. Missili antinave e antiaerei, navi da guerra, artiglieria, apparati di guerra elettronica. L’accordo tra Italia e Libia quindi è possibile. Esiste però un grosso problema. L’Italia è un paese della Nato e Gheddafi è un nemico degli Stati Uniti. Inizia quindi per l’Italia, la politica della moglie americana e dell’amante araba. Nasce il lodo Moro, con la necessità di evitare all’Italia i sanguinosi attentati di matrice palestinese che stavano flagellando l’Europa e di assicurare all’Italia il tanto prezioso petrolio e ricchi appalti per le industrie italiane. Inizia così lo scambio commerciale tra l’Italia e Gheddafi. Petrolio, armi, tangenti, misteri. Tutto ben raccontato da Pecorelli. Nonostante gli affari, i rapporti con Gheddafi sono comunque difficili. Il colonnello vuole espandere la sua influenza nel Mediterraneo, è alleato dell’Unione Sovietica e regista delle trame del terrorismo arabo. E’ Gheddafi il mandante dell’attentato di Fiumicino del 1973. Nel 1980 le cose peggiorano. Gheddafi pretende e ottiene dall’Italia la lista dei dissidenti libici che hanno trovato rifugio nel nostro Paese. Iniziano le uccisioni dei dissidenti libici in Italia. Però qualcosa in Italia è cambiato. Al governo abbiamo Cossiga, convinto sostenitore dell’alleanza con gli Stati Uniti. Con Cossiga finisce l’epoca del lodo Moro e dell’amante araba. Aumentano le tensioni con Gheddafi. Gheddafi nell’estate del 1980 ordina l’arresto di italiani accusati di spionaggio. Il 18 luglio 1980, un caccia Mig 23 libico cade in Calabria. Alla fine di luglio 1980 doveva scattare un colpo di stato contro Gheddafi, con la partecipazione di italiani. Colpo di stato fallito. Il 2 agosto 1980, l’Italia firma un accordo di assistenza militare con Malta. Malta era obiettivo di Gheddafi ed eventuale base operativa per la marina sovietica. La mattina del 2 agosto 1980, una bomba devasta la stazione di Bologna. Ha un ruolo Gheddafi nella tragica estate italiana del 1980? Il Mig 23 libico era in realtà inserito in prossime operazioni dei nostri servizi per far fuori lo scomodo Gheddafi? L’estate del 1980 è tragica per l’Italia. Tragica, buia, nera. Nera come il petrolio.

Credit foto https://www.linkiesta.it/it/article/2013/05/08/quando-andreotti-frego-gli-americani-e-aiuto-gheddafi/13512/

 

Informatico, sindacalista, appassionato di politica e sportivo