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Non c’è più rispetto nemmeno per i morti

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di CARMELA BLANDINI

La destra politica, pur di arrivare a rubare voti, si sta togliendo tutte le maschere e sotto quelle maschere rimane soltanto il suo volto marcio, giallastro di bile e livido di odio, che è lo stesso che ha insultato, offeso e martoriato l’Umanità, nella sua accezione più ampia, durante la Seconda guerra mondiale.

 


Parlare male di una DONNA morta, parlare male di una donna che ha partecipato alla Resistenza, svolgendo inizialmente la funzione di staffetta porta-ordini, poi aderendo ai Gruppi di difesa della donna, formazione antifascista del PCI, diventandone un importante membro, è una cosa orribile e disonorevole per chi lo fa.

Nilde Iotti fu la prima donna italiana a diventare presidente della Camera, carica che mantenne per tre legislature dal 1979 al 1992. Fu eletta con la stima di tutti quelli che la conoscevano e sapevano quanto era stata significativa la sua vita per l’Italia.

Nel suo discorso di insediamento alla Camera pronunciò questa frase così importante per tutte le donne italiane: -«Io stessa – non ve lo nascondo – vivo quasi in modo emblematico questo momento, avvertendo in esso un significato profondo, che supera la mia persona e investe milioni di donne che attraverso lotte faticose, pazienti e tenaci si sono aperte la strada verso la loro emancipazione»-

Le donne italiane furono in un certo senso “aiutate” da quel suo discorso a prendere coscienza di una nuova strada che si apriva davanti a loro. Le donne in politica erano ancora pochissime nel 1979, ma dopo cominciarono ad aumentare. Le donne italiane finalmente capirono che dovevano rivendicare una parte del potere politico e smetterla di aspettare che gli uomini buttassero loro le molliche dell’indulgenza.

Nilde è stata una donna intelligente e forte, fuori dal comune, dopo che si fu laureata in Lettere nel 1942, alla fine della guerra fu chiamata dall’Assemblea Costituente e fece parte della Commissione dei 75 della camera dei deputati incaricata della stesura della nostra Costituzione.

A questa Donna un giornalista del quotidiano Libero ha rivolto un’offesa sessista che tutte le donne dovrebbero ricordare ogni volta che andranno a votare: -Nilde Iotti era brava in cucina e a letto- e questo solo perchè era una grande Donna antifascista che militò anche nel PCI di Enrico Berlinguer.

Il quotidiano Libero e i suoi giornalisti hanno così voluto dimostrare il loro disprezzo per le donne, per le donne emiliane che si accingono a votare a sinistra, ma anche per le donne di tutta Italia.

Un atto di aggressione senza rispetto che ci fa inorridire.

Non possiamo fare a meno di chiederci se qualcuno di destra abbia influito su quell’articolo con l’intento di sminuire i partiti rivali in vista delle prossime elezioni in Emilia Romagna. Potremmo anche darci risposte molto brutte riguardo a questo increscioso denigrare una donna che non può più difendersi.

Ma sono le donne italiane che difenderanno Lei per difendere anche se stesse.

Le avvocate Cathy La Torre e Rita Nanetti hanno scritto un esposto da presentare alla magistratura per chiedere se le parole usate sul quotidiano “Libero” per definire Nilde Iotti e le donne emiliane costituiscano un reato di diffamazione.

L’esposto potrà essere sottoscritto da tutte le donne che si sono sentite offese e diffamate. È già in programma il primo appuntamento per raccogliere sottoscrizioni: il 16 dicembre alle 18.30 nella Casa delle Donne di via del Piombo 5 a Bologna, un incontro durante il quale le donne cucineranno e parleranno di politica, perché? Perché le donne sono capaci di fare tante cose insieme e le fanno tutte bene.

L’articolo uscito su quel giornalaccio ha svegliato qualcosa che negli ultimi anni si stava assopendo, ha svegliato le donne che credevano di avere conquistato finalmente la loro dignità, ma all’improvviso se la vedono di nuovo negare da uomini che sanno solo dire cattiverie e lanciare insulti misogini.

Quello che è stato scritto su quel giornale è gravissimo e le donne non lo perdoneranno facilmente, soprattutto perché è stato scritto da un uomo e a nessuna donna piace essere insultata dagli uomini e peggio ancora da uomini simili che sembrano usciti dalle caverne.

Quel giornale ha sbagliato e le donne non finiranno di dirlo e di ricordarlo.

 

Informatico, sindacalista, appassionato di politica e sportivo