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Vaccini, l’Italia sopra la media UE

Nonostante le proteste, entro la fine di settembre sarà vaccinato l’80% della popolazione italiana.

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di Alessandro Andrea Argeri.

Col 64% di vaccinati con due dosi, a discapito dei “no-vax” l’Italia è sopra la media UE per il numero di vaccini somministrati. Tuttavia per accelerare ulteriormente la campagna vaccinale si va verso l’obbligatorietà. Inoltre per la prima volta da luglio l’indice Rt scende sotto l’1, sintomo di effetti positivi.

Credit foto chaddavisphotography. Licenza CC BY-SA 2.0.

Non era partita nel migliore dei modi la campagna vaccinale europea, figuriamoci quella italiana, caratterizzata da primule, piani assenti, incertezza sotto ogni punto di vista. Invece con l’arrivo alla presidenza di Mario Draghi, in particolare del generale Figliuolo, si è registrato un drastico cambio di rotta: infatti l’obbiettivo di vaccinare l’80% della popolazione entro la fine di settembre è stato quasi raggiunto, secondo le previsioni del Governo una data certa potrebbe essere il ventitré.

Il 72% circa degli italiani ha ricevuto almeno una dose di vaccino, di questi il 64.6% ha completato il ciclo vaccinale, il restante 7.8% è in attesa della seconda somministrazione. Le regioni più avanti con le vaccinazioni risultano essere Puglia (90.7%), Emilia Romagna (91.4%), Toscana (91.5%), Molise (92.4%), Lombardia (92.1%), mentre la neo gialla Sicilia paga i rallentamenti estivi. Fonte: https://www.governo.it/it/cscovid19/report-vaccini/.

Bisogna però precisare come l’ipotesi dell’immunità di gregge sia ormai un’utopia, non a caso è già stata rivista dalla maggior parte degli esperti. Il Presidente del Consiglio Mario Draghi nella conferenza stampa del tre settembre ha dichiarato di essere a favore non solo del green pass, la cui durata sarà quasi certamente prorogata a dodici mesi, ma dell’obbligo vaccinale per concludere finalmente la campagna oltre che il dibattito politico-mediatico. Il premier resta cauto invece sulla terza dose, la quale avrà il via libera solamente su approvazione sia dell’Aifa sia dell’Ema.

Nel mentre in Francia sono iniziati dal primo settembre i richiami proprio per le terze dosi, destinate esclusivamente ai più fragili, ovvero quella fetta di popolazione costituita da anziani sopra i sessantacinque anni, immunodepressi, affetti da patologie gravi. Tuttavia a primo impatto l‘effetto dei vaccini potrebbe non vedersi. Se guardiamo i grafici infatti, i vaccinati in terapia intensiva sono tanti quanti i non vaccinati. In realtà questo fenomeno si spiega con “l’effetto paradosso”: il numero di contagiati è simile tra vaccinati e non vaccinati a causa della diminuzione dei secondi in favore dei primi.

Credit foto danielfoster437. Licenza CC BY-NC-SA 2.0

Ad ogni modo, come sostiene buona parte dei virologi, risulta ormai inutile guardare il numero di positivi. Bisognerebbe considerare invece l’affollamento nelle terapie intensive, occupate per più del 95% da non vaccinati con età media superiore ai quarant’anni. A tal proposito, secondo le stime di uno studio francese tenuto dai ricercatori dell’università di Montpellier, grazie ai vaccini nella sola Francia si sono risparmiate quasi cinquantamila morti, 47.400 per l‘esattezza, tra il primo gennaio e il venti agosto, inoltre 39.900 persone hanno evitato il ricovero in terapia intensiva. In percentuali, il tutto si traduce con un calo del 57% decessi e 46% di rianimazioni. Fonte: https://www.ilgiorno.it/cronaca/francia-vaccino-montpellier-1.6747598.

Ancora, un altro studio dell’Università della Florida, pubblicato sulla rivista Breastfeeding Medicine, ha rivelato come il latte materno di donne già immunizzate contro il covid-19 potrebbe contenere una quantità significativa di anticorpi contro il virus, così da trasmettere “immunità passiva” ai neonati. Fonte: Detection of SARS-CoV-2-Specific IgA in the Human Milk of COVID-19 Vaccinated Lactating Health Care Workers | Breastfeeding Medicine (liebertpub.com).

In tutto questo la Lega, il cui comportamento non si è ancora capito se essere alla maggioranza o all’opposizione, in ogni caso sempre a caccia di voti, forse addirittura unicamente, ribadisce il no all’obbligatorietà vaccinale, alle multe, alle restrizioni, mentre continua a insistere per il si per i tamponi gratuiti in virtù di una deleteria libertà di scelta.

Una sintesi perfetta di questa situazione potrebbe essere quindi: il rischio c’è, lo avvertiamo, ma non vogliamo prevenirlo. Pertanto l’obbligo vaccinale è l‘unico rimedio contro l’irrazionalità.

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Giornalista regolarmente tesserato all'Albo dei Giornalisti di Puglia, Elenco Pubblicisti, tessera n. 183934. Pongo domande. No, non sono un filosofo (e nemmeno radical chic).