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Cronaca

SERENA MOLLICONE E SANTINO TUZI, RISPETTO PER I MORTI

Gli imputati, nel caso di assoluzione definitiva, potranno riprendere la propria vita. Serena Mollicone no, Santino Tuzi no. Non possiamo continuare ad urlare davanti alle loro tombe.

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Credit foto https://www.leggo.it/italia/cronache/serena_mollicon_suicidio_santino_tuzi_caserma_arce_14_novembre_2017-3366114.html

Di Pierdomenico Corte Ruggiero

L’estate è passata. La salutare pausa vacanziera è terminata. Torna la vita di sempre. Piena attività in tutti i settori. Anche nella cronaca nera.

Riprendono le storiche trasmissioni televisive dedicate a misteri veri o presunti. Torna l’analisi e il dibattito.

Riprende anche l’interesse per l’omicidio di Serena Mollicone. In attesa delle motivazioni della sentenza di assoluzione emessa dalla Corte D’Assise di Cassino lo scorso 15 luglio.

In questi giorni è stato pubblicato il libro “Il Giallo di Arce Omicidio di Serena Mollicone”, scritto dal Prof. Lavorino Carmelo in collaborazione con il Dott. Delli Compagni Enrico. Entrambi componenti del gruppo di consulenti della famiglia Mottola.

Un libro legittimo, ovviamente. Non entriamo nel merito, lo faremo dopo il deposito delle motivazioni della sentenza.

Per ora ci soffermiamo su tre passaggi del libro che suscitano qualche perplessità.

L’attacco frontale a Maria Tuzi e al presunto Comitato Affari Giallo Arce (CAGA), espressione coniata dal Prof. Lavorino. Maria Tuzi ha il diritto di essere faziosa. Può credere nella colpevolezza degli imputati e sostenere l’impianto accusatorio. Nel caso di assoluzione definitiva, Maria Tuzi dovrà prendere atto dell’innocenza degli imputati e cessare ogni dichiarazione pubblica di colpevolezza.

Certo è singolare che la parte civile Tuzi abbia condiviso l’impianto accusatorio, secondo il quale Santino Tuzi, pur avendo sentito Serena Mollicone urlare, abbandona la ragazza al suo tragico destino. Sono però decisioni che spettano alla scienza e coscienza della parte civile.

Esiste il CAGA evocato dal Prof. Lavorino? Oggettivamente alcuni giornalisti e alcune testate locali hanno sostenuto con convinzione le tesi della Procura della Repubblica di Cassino, senza analisi critica. Sono scelte editoriali. L’opinione pubblica è stata orientata da notizie che in prevalenza sostenevano la colpevolezza degli imputati, questo è un fatto.  In questi giorni è stato scritto che il nuovo Presidente del Tribunale di Cassino dovrà “…restituire al tribunale la giusta immagine in termini di notorietà mediatica”. In realtà un magistrato deve semplicemente applicare il Codice di Procedura Penale senza tener conto della “notorietà mediatica” . Assolvere i Mottola non ha danneggiato l’immagine del Tribunale di Cassino mentre queste immagini hanno danneggiato la reputazione di Cassino, da sempre città di cultura e civiltà. Anche giuridica.

Discorso diverso è sostenere l’esistenza di un comitato che fa affari sulla morte di Serena Mollicone.

Servono prove per dimostrare che qualcuno abbia avuto guadagni di qualsiasi natura nel sostenere l’accusa contro i Mottola. Servono fatti e circostanze.

Anche Raniero Busco è stato accusato, condannato in primo grado e poi assolto con sentenza passata in giudicato. Busco si è difeso strenuamente, senza mai alzare i toni o attaccare la famiglia Cesaroni.

Nel libro in questione è stata rivelata una notizia che attiene alla sfera intima del defunto Santino Tuzi. Cioè l’uso di particolari farmaci . Una notizia a noi nota da sempre, che per scelta deontologica non abbiamo rivelato. Perché non aveva nessuna utilità. Non serve per stabilire se Tuzi abbia visto o meno Serena Mollicone entrare in caserma e non serve per stabilire il motivo del suo suicidio.

Una delle due utenze telefoniche in uso a Santino Tuzi era intercettata, anche la mattina della sua morte. Significa che esistono le registrazioni delle sue ultime conversazioni con i colleghi prima di morire. Sono state trascritte? Non avrebbe più senso analizzare quelle registrazioni, invece di svelare particolari intimi di una persona morta?

Abbiamo sempre indicato e sottolineato, in tempi non sospetti, le criticità dell’impianto accusatorio. https://ilsudest.it/attualita/cronaca/2022/05/23/processo-mollicone-il-monologo-di-franco-mottola/ https://ilsudest.it/dalle-regioni/2022/01/24/serena-mollicone-rischi-e-prospettive-della-sentenza/

Con la stessa forza abbiamo difeso la dignità di Santino Tuzi. https://ilsudest.it/attualita/2022/07/11/processo-mollicone-santino-tuzi-avrebbe-salvato-serena/

A destare perplessità è anche la presenza , a pag. 144, di una rappresentazione grafica del corpo di Serena Mollicone. Rappresentazione grafica che sembra essere ai limiti del buongusto.

Lo scontro in tribunale è diventato scontro di piazza e mediatico.

Gli imputati, nel caso di assoluzione definitiva, potranno riprendere la propria vita. Serena Mollicone no, Santino Tuzi no. Non possiamo continuare ad urlare davanti alle loro tombe.

A questo punto esistono solo due possibilità. Portare prove concrete in tribunale per individuare e condannare l’assassino di Serena. O evitare inutili sentenze mediatiche di assoluzione o condanna.

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