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Esteri

Falliscono i vertici tra RUSSIA e USA, NATO ed OSCE

I vertici tra USA, RUSSIA, NATO, ed OSCE dei giorni 10, 12, 13 gennaio e la conferenza stampa del Ministro degli esteri russo Lavrov del giorno 14 ci danno un quadro preoccupante della situazione di crisi tra le due superpotenze.

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Summit a Ginevra USA RUSSIA
Colloqui Russia ed USA. Credit foto: U.S. Department of State from United States. This image is a work of a United States Department of State employee, taken or made as part of that person's official duties. As a work of the U.S. federal government, the image is in the public domain per 17 U.S.C. § 101 and § 105 and the Department Copyright Information

Aree di crisi nel mondo n. 100 del 16-1-2022

di Stefano Orsi

Falliscono i vertici tra RUSSIA e USA, NATO ed OSCE per la sicurezza in Europa (senza la UE)

Non si ponevano molte speranze sui vertici organizzati a partire dal 10 di gennaio.

Le posizioni espresse dagli USA e dalla NATO erano del tutto inconciliabili con le necessità di assicurare la pace e la stabilità della stessa in Europa.

La Russia ha fatto ben presente come per garantire queste due condizioni, pace e stabilità, fosse basilare che NATO e RUSSIA non potessero mai venire a contatto diretto e che quindi la NATO dovesse fermare il suo espansionismo aggressivo verso i suoi confini.

A queste constatazioni è stato risposto in maniera superficiale con slogan di principio che lasciano il tempo che trovano.

Non si spegne un incendio se non ci si adopera per portare acqua da versare sulle fiamme e si resta invece immobili sulle proprie posizioni di comodo.

Peccato che Stoltemberg parli di principi, ma si trovi all’interno del fienile che rischia di andare a fuoco e, una volta raggiunto dalle fiamme, queste ci mettano ben poco a divampare e allora diviene impossibile da fermare.

Da questo punto di vista le posizioni dei Paesi UE appaiono davvero folli.

Raggiungere una condizione di pace stabile dovrebbe essere nell’interesse di tutti, mentre invece abbiamo Stati che soffiano sul fuoco della pira su cui sono legati.

Il caso della Polonia o dei Paesi Baltici per esempio è emblematico.

La Polonia vorrebbe creare dei paesi cuscinetto che la portino lontano dalla Russia ed è per questo che ha agito in prima persona per destabilizzare l’Ucraina nel 2014 e causare il golpe di Maidan e l’anno scorso ha promosso i disordini in Bielorussia dopo aver architettato anche lì un colpo di stato che però è miseramente fallito.

Il giorno 10 gennaio a Ginevra si è tenuto il primo di questi vertici tra l’inviata della Casa Bianca, Wendy Sherman, e il vice Ministro degli esteri russo, Sergey Ryabkov.

Karen Donfried, vicesegretario di Stato USA, si era recata a Mosca in dicembre, il giorno 15, per ricevere “brevi manu” il plico diplomatico con all’interno tutte le condizioni richieste da Mosca per allentare la tensione e rendere stabile una condizione di pace e normali rapporti per lungo tempo.

Condizioni di cui abbiamo trattato in questo articolo ( https://ilsudest.it/esteri/2021/12/20/la-speranza-appesa-ad-un-filo/ ).

L’incontro tra le delegazioni è avvenuto in clima cordiale, preceduto la sera prima da una cena informale.

Il confronto è durato ben 8 ore, gli argomenti sono stati quindi molti e sono stati trattati nel dettaglio e con attenzione.

Al termine, la delegazione russa, guidata da Ryabkov, ha rilasciato una dichiarazione in conferenza stampa in cui ha dichiarato che non si era giunti a un compromesso sulle posizioni richieste.

Ryabkov:

-“Non c’è motivo di temere uno scenario escalation, tutte le manovre delle truppe russe si svolgono all’interno del territorio nazionale”.

-“La Federazione Russa giudicherà gli ulteriori passi in materia di garanzie di sicurezza dopo gli eventi sotto gli auspici della NATO e dell’OSCE il 12 e 13 gennaio”.

-“C’è una base per raggiungere un accordo con Stati Uniti e Nato sulle garanzie di sicurezza, la ricerca di un equilibrio di interessi è possibile”.

-“I tentativi di Stati Uniti e NATO di ricattare e intimidire la Russia sono inaccettabili, non daranno risultati”.

-“La Russia si recherà a Bruxelles per una riunione del Consiglio Russia-NATO senza un programma concordato”.

-“Gli Stati Uniti, rifiutandosi di chiedere la non espansione della NATO, sottovalutano la gravità di ciò che sta accadendo”.

-“Nei prossimi giorni sarà chiaro se si svolgerà il prossimo round di negoziati con gli Stati Uniti sulle garanzie di sicurezza”.

-“Russia e Stati Uniti hanno sollevato interrogativi su un futuro trattato per sostituire lo START, ma questo non è il problema principale. La Russia non vede una disponibilità degli Stati Uniti a risolvere in modo consono alle esigenze di Mosca i problemi legati alla sicurezza. Mi dispiacerebbe molto dover affrontare una situazione in cui i paesi della NATO commettono un errore e agiscono a scapito della sicurezza europea”.

-Ryabkov ha affermato che la Russia ha bisogno di garanzie di cemento armato che l’Ucraina e la Georgia non diventeranno mai membri della NATO.

La parte statunitense non ha tenuto nessuna conferenza stampa, la Sherman si è limitata a chiamare alcuni giornalisti statunitensi al telefono e ha riferito solo a loro le sue dichiarazioni, che sono poi state riportate in sintesi anche dal Dipartimento di Stato USA.

Le delegazioni degli Stati Uniti e della Federazione Russa hanno confermato a Ginevra che una guerra nucleare non può essere vinta e non deve essere scatenata.

-Gli USA hanno suggerito alla Federazione Russa di tenere presto ulteriori consultazioni bilaterali.

-Le idee preliminari degli Stati Uniti, delineate a Ginevra, riguardano in particolare il dispiegamento di missili.

-Gli Stati Uniti non permetteranno a nessuno di chiudere la porta della NATO per nessun paese.

-Gli USA sono interessati ai negoziati con la Russia su armi strategiche e tattiche, missili in Europa, trasparenza, portata delle esercitazioni militari.

-Gli Stati Uniti non discuteranno le prospettive per l’ingresso dell’Ucraina nella NATO senza Kiev.

-Gli Stati Uniti sono pronti a imporre sanzioni contro le principali istituzioni finanziarie, rafforzare i controlli sulle esportazioni, aiutare gli alleati.

-Gli Stati Uniti e la Federazione Russa non sono ancora pronti a discutere accordi specifici in materia di sicurezza, ora le parti stanno cercando di capirsi meglio, ha detto il Sottosegretario di Stato americano Sherman.

La prima impressione, dalle prime dichiarazioni di Ryabkov, è che questa tornata di confronto sia sostanzialmente fallita.

A parte la disponibilità generica a trattare su qualche argomento secondario, nessuna concessione o riconoscimento sulle necessità di portare sicurezza in Europa è apparsa nei contenuti esposti, su questi fondamentali punti, espansione della NATO, presenza truppe ed armi USA in Europa, non vi è stata alcuna apertura di fatto.

Gli USA si rifugiano dietro espedienti quali il discuterne con Kiev, come se fosse un reale interlocutore, o con gli alleati della NATO, che sono in realtà dei sudditi.

Ryabkov ha garantito che la Russia onorerà le date del 12 e del 13 per discutere nelle sedi NATO e OSCE.

Sulla NATO ha specificato senza un programma di lavori, e con l’OSCE, si tratta più che altro di un pro forma.

Difficile essere molto ottimisti dopo questa conferenza stampa.

Le dichiarazioni del Dipartimento di Stato USA non fanno che rimarcare l’abissale distanza che separa la stessa visione del problema tra le due parti. Un dialogo tra sordi.

Due giorni dopo, il 12 ed il 13, si sono tenuti regolarmente gli incontri.

Stavolta per la Russia il capo delegazione era l’altro viceministro degli esteri Aleksandr Grushko.

L’incontro con la NATO è durato circa due ore, davvero pochissimo, a ribadire, come se fosse necessario, che l’unico vero incontro fosse quello di due giorni prima con gli USA.

Chiusura totale di Stoltemberg ad ogni dialogo con la RUSSIA sulle richieste e proposte per garantire la pace stabile e ribaditi i concetti di espansione della NATO per contenere la Russia.

Un indice dell’incapacità di capire la realtà attuale del mondo e di ribadire che l’Alleanza Atlantica non sia affatto una entità dallo scopo difensivo, ma un volgare strumento di oppressione e sfruttamento.

Il braccio armato della politica estera USA che coinvolge ed utilizza gli eserciti che ne fanno parte come fossero suoi.

Le parole spocchiose, e false, usate dal Segretario Generale, ribadiscono ancora l’estrema lontananza tra le parti.

Cosa è mancato in questi giorni di confronto?

La UE era stata lasciata del tutto fuori dalle trattative.

Quelli che affermavano di non poter parlare della sicurezza ucraina senza Kiev stavano trattando proprio di questa senza Zelensky e, ancor di più, gli USA trattavano della sicurezza in Europa senza la UE.

Solo Michel, la Von der Leyen e soprattutto mr. PESC Borrell, che ha esternato tutto il suo disappunto e cercato di sgomitare in ogni modo per ricavarsi un ruolo, che NON gli è stato riconosciuto, se ne sono accorti.

In una scena davvero penosa, Borrell si è anche recato a fare una comparsata in Ucraina, persino sulla linea del fronte.

Quando la dignità non si sa più nemmeno dove sia di casa.

Il silenzio a tal proposito dei Paesi membri della UE è stato a dir poco assordante, nessuno si è levato a richiedere ed imporre che le istituzioni unioniste fossero presenti per discutere della sicurezza in Europa.

Segno questo molto eloquente del reale peso di questa istituzione puramente burocratica nel panorama europeo e di quanto in realtà non siano disposti a cederle i Paesi che hanno funzione di traino della sua economia e politica.

Il giorno 14 è stato il turno di Lavrov, aveva convocato una conferenza stampa per fare il punto sull’anno trascorso e sul lavoro della Federazione Russa sul campo degli affari esteri.

Sono stati presentati i tanti successi della diplomazia moscovita:

Gli accordi siglati con la Russia, con l’India, con l’Iran.

L’influenza crescente della Russia in Medio Oriente.

La crescente presenza in Africa per combattere il terrorismo e per la sicurezza dei Paesi come il Mali o la Repubblica CentroAfricana.

Il ruolo determinante della mediazione russa nelle crisi in Caucaso e nella difficile situazione in Siria.

Poi ha toccato l’argomento cardine, la crisi con la NATO e soprattutto gli USA.

I concetti che ha rimarcato sono stati molto precisi e chiari.

“La RUSSIA ha esaurito la pazienza”.

“È stata discussa con le controparti la necessità di non ricorrere agli armamenti nucleari in caso di un conflitto”.

“Siamo pronti ad ogni genere di sanzioni economiche”.

Riguardo agli USA: “Vogliamo ricevere una risposta!”

“Il principio di sicurezza indivisibile è stato respinto dagli USA”.

“Se le nostre richieste saranno respinte, prenderemo ogni iniziativa che assicuri la sicurezza del nostro Paese”.

“Non aspetteremo per sempre una loro risposta”

“La presenza di militari stranieri sulla linea del fronte in Donbass costituisce di per sé una violazione di una linea rossa”.

I concetti sono stati molto chiari ed espliciti, inusuale per Lavrov.

Attendono una risposta, che deve essere in forma scritta, ribadito più volte.

Ora non resta che attendere i prossimi passi.

Il giorno stesso il dipartimento di Stato USA rendeva noto che il gruppo di lavoro guidato da Victoria Nuland stava lavorando per scrivere la risposta degli USA alle questioni poste dalla Russia, presumibilmente è attesa per il giorno 18 di gennaio.

Da questa dipenderanno le sorti della pace nel nostro continente.