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Oasi Culturale

Lo strano caso della lingua italiana

Benvenuti su “Oasi Culturale”, rubrica de ilsudest.it a cura di Alessandro Andrea Argeri e Sara D’Angelo. Oggi parleremo della lingua italiana e del perché tutelarla non è così facile. Se vi va, scriveteci: redazione@ilsudest.it/alexargeriwork@gmail.com

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In copertina, "Ragazza Seduta con Rose", di Karl von Blass.

di Alessandro Andrea Argeri

Nell’ultima settimana si è molto discusso, più sui social quanto invece in Parlamento, della proposta di legge presentata dall’Onorevole di Fratelli d’Italia Fabio Rampelli, vicepresidente della Camera dei Deputati, per la quale sarebbe prevista una multa fino a centomila euro per chi usa parole straniere nella pubblica amministrazione. Eppure la lingua italiana non è la lingua ufficiale della Repubblica Italiana. Non ci credete? L’ufficialità dell’italiano non è presente nella Costituzione, benché sia la lingua ufficialmente parlata e scritta in Italia. Si è dovuto attendere l’art.1 della legge 482/1999 per la tutela delle minoranze linguistiche storiche sul territorio nazionale per considerare l’italiano la lingua ufficiale della Repubblica. Tuttavia si tratta di un’ammissione per contrasto. Forse bisognerebbe partire da questo, prima di cercare di tutelare la lingua. Insomma, il ddl Rampelli è solo un’altra delle tante strategie della “tattica del front-man”, di cui abbiamo parlato nel numero di questa settimana, disponibile al link qui.

Ad ogni modo, è un po’ strano multare tutti i servizi pubblici per l’uso di parole straniere ma poi avere il “Ministero del Made in Italy”. Evidentemente dovremmo ribattezzarlo il “Ministero della manifattura Italica” e forse di tutto il “globo terraqueo”. Suppongo aboliremo il liceo linguistico, per introdurre quale altro liceo? Ovviamente “il liceo del made in Italy”! La proposta è infatti arrivata nella stessa settimana. Ad ogni modo, se la legge dovesse passare si presenterebbero problematiche inedite al dibattito politico italiano, come cambiare il nome di WhatsApp o di “computer”, in merito al quale potremmo copiare i francesi, i quali lo chiamano “ordinatore”. Insomma è sconsigliato nominare sia gli inglesismi sia i forestierismi, come i Nazgul del Signore degli Anelli, come Voldemorth, come l’attuale indice di analfabetismo funzionale. Alla prossima!

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